Dalla produzione di armi al prototipo per un’auto elettrica, l’azienda russa sfida Elon Musk e s’inserisce a pieno titolo nella corsa all’auto elettrica.
Non sappiamo se si tratti di una semplice strategia di marketing, di un modo astuto per schivare le sanzioni internazionali (diversificando la produzione) o di una vera e propria strategia aziendale di medio-lungo periodo; sappiamo però che Kalashnikov ha incassato i ricchi dividendi per il progetto. Progetto svelato all’ultimo salone degli armamenti a Mosca, l’International Military Technical Forum Army 2018: si tratta della CV-1, un ambizioso prototipo di auto elettrica con la quale lo storico colosso dei fucili d’assalto punta ad inserirsi nel futuro del mercato automobilistico. La vettura mette in mostra uno stile retrò: rifiniture grezze e look vintage (che richiama le Trabant della Germania dell’Est) per un veicolo che si colloca come il punto di partenza per una serie di modelli elettrici che includerà anche moto.
La CV-1 sembra uscita da una pellicola ambientata durante la Guerra fredda, con tergicristalli cromati e maniglie sporgenti, ma nasconde un nuovo e personale concetto di supercar elettrica sviluppato con sistemi originali creati dal gruppo. Una tecnologia che, a detta degli sviluppatori, sarà perfettamente in grado di competere con i principali produttori mondiali, Tesla inclusa.
Il design del veicolo è in realtà ispirato alla IZH-21252 Kombi, prodotta dal 1973 al 1997 ma presenta: sei gruppi ottici a LED incastonati nella griglia anteriore, finestrini oscurati, cerchi verniciati di bianco e una presa per il rifornimento della batteria, posizionata sotto il portellone posteriore. Il motore avrà una potenza equivalente a 300 cavalli e le prestazioni saranno da supercar con un’autonomia (per singola ricarica) variabile da 350 a 500 km, potenza media di 220kW. La CV-1 usufruirà di un pacco batteria da 90 kWh, di un sistema di ricarica rapida e di un “rivoluzionario inverter”, così lo definiscono in Kalashnikov. Le prestazioni del prototipo non sono esattamente esaltanti per un’elettrica ma comunque va da 0 a 100 km/h in circa 6 secondi.
La vettura che si svilupperà a partire da questo prototipo, sarà subito affiancata da una gamma di moto elettriche, inizialmente in versione da enduro, che sfrutteranno senza dubbio l’immagine di precisione ed affidabilità militare dell’azienda.
La forma del modello di serie sarà molto diversa da quella del prototipo presentato, anche se conserverà il look retrò.
La Kalashnikov produce da 70 anni il noto fucile d’assalto che, a dispetto della sua popolarità, non è più particolarmente redditizio. Le difficoltà economiche hanno portato alla privatizzazione nel 2017 (dopo la statalizzazione del 2013) ed a diversificare gli interessi dell’azienda in diversi settori: dalle armi (da guerra o per usi sportivi) alle imbarcazioni veloci fino alle moto elettriche. La SM-1 è il prototipo di una delle due ruote da enduro aziendali a zero emissioni: è in grado di percorrere fino a 150 chilometri con un ciclo di carica.
L’azienda ed i nuovi prototipi elettrici sono al centro di un maxi programma di diversificazione delle attività industriali. I diversi brand aziendali nascono proprio per gestire al meglio la diversificazione dei prodotti: la capogruppo Kalashnikov resta marchio di riferimento per le armi d’assalto, Baikal per le armi da caccia ed i fucili civili, Izhmash per i fucili sportivi e Concern si occupa di auto e moto veicoli ed imbarcazioni.
Ad oggi non è ancora noto se e quando l’auto dovrebbe entrare in produzione ma Kalashnikov non è certo il primo produttore di armi che decide di orientarsi verso il settore dei mezzi di trasporto: basti pensare a Skoda, Bsa e, in Italia, a Breda.
La rivoluzione della mobilità sarà completa solo quando tutta l’energia per fare il pieno sarà pulita, provenendo esclusivamente da fonti rinnovabili. Immaginate che se tutte le auto, moto, autobus e camion che circolano nel nostro Paese fossero veicoli elettrici, ci risparmieremmo circa 100 milioni di tonnellate di CO2 all’anno.