Il fondatore della casa di moda che, tra le altre, ha vestito Audrey Hepburn e Jackie Kennedy, aveva 91 anni e si è spento il 10 Marzo 2018. Ha reso nota la notizia il suo compagno, Philippe Venet, attraverso la casa di moda. Givenchy è morto nel sonno, nel castello rinascimentale vicino a Parigi in cui viveva la coppia.
Mito della Haute Couture, con lui scompare uno degli ultimi grandi testimoni dell’epoca d’oro della Moda francese che brillò alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Il couturier fu infatti tra i primi a cogliere l’evoluzione della società e della moda e nel 1968 lanciò la prima linea pret-a-porter, “Givenchy Nouvelle Boutique”, seguita solo un anno dopo dalla prima linea maschile, “Givenchy Gentleman”.
Il conte Hubert James Taffin de Givenchy, nato a Beuvais nel 1927, approdò a Parigi per seguire il grande sogno di lavorare nella moda, nel 1944. La sua famiglia sognava per lui una carriera da avvocato ma il ragazzo non rinunciò ai suoi sogni. La simbiosi tra il creatore e il mondo dei tessuti del resto non era casuale, nasceva dalla consuetudine di famiglia: il nonno materno di Hubert era a capo della manifattura tessile di Beauvais e Gobelin. La sua prima esperienza fu nell’atelier dell’italiana Elsa Schiaparelli, dove restò fino al 1951. Nel 1952 lanciò la sua prima collezione, un immediato successo, anche grazie al coinvolgimento della celebre mannequin Bettina Graziani, che aprì la sua sfilata indossando quella che poi sarebbe diventata nota come la “blusa Bettina”.
Negli anni successivi Givenchy collaborò con un altro couturier protagonista del Novecento, Cristobal Balenciaga, per il quale nutriva una sconfinata ammirazione. Fu proprio questo l’incontro che in assoluto segnò maggiormente il suo percorso personale e professionale. Ormai iconico il loro abito a sacco, evoluzione dell’abito camicia (il più copiato di sempre) ed i cappotti Balloon. Insieme studiavano i materiali e li rendevano opere d’arte: la flanella per i pantaloni, il lino per gli abiti estivi. Considerando l’epoca, avanguardia pura, essendo da sempre la moda e l’abbigliamento estremamente codificati.
Nel 1953 incontrò la sua musa, l’attrice Audrey Hepburn, che si trovava a Parigi per le riprese del film “Sabrina”. Il regista, Billy Wilder, scelse il couturier per creare il guardaroba che avrebbe accompagnato la trasformazione della protagonista da figlia di un autista in dama di gran classe. In onore dell’attrice, Givenchy lanciò per lei il suo primo profumo, “L’interdit”, nel 1957. Quello tra Givenchy e Audrey Hepburn fu un intensissimo amore platonico, nato sin dal loro primo incontro. Si sentivano al telefono quotidianamente ed il loro legame è ormai storia, mito e leggenda. Audrey Hepburn scelse di indossare le creazioni dell’amico anche in altri dei suoi più celebri film, come “Colazione da Tiffany”. Il 5 dicembre 2006 Christie’s ha battuto all’asta per quasi 500mila sterline il tubino nero Givenchy indossato da Audrey Hepburn proprio in “Colazione da Tiffany”.
Givenchy si occupò personalmente anche del guardaroba di Jaqueline Kennedy. L’ex first lady indossò un tailleur Givenchy in occasione del funerale del marito, nel 1963. Marella Agnelli, Grace di Monaco e la mitica Wallis Simpson, sono solo alcune tra le donne che contribuirono a rendere il suo brand ed il suo nome un’icona, protagonista della moda e del costume del XX secolo.
Nel 1988 cedette il suo marchio a Lvmh, anche se ne restò direttore artistico fino al 1995. In questo ruolo, ebbe poi come successori John Galliano e Alexander McQueen e dal 2005 al 2017 l’italiano Riccardo Tisci. La britannica Claire Waight Keller (ex Chloé) ha assunto la direzione creativa della maison un anno fa.
Dopo il suo ritiro dal mondo della moda, che ha continuato a celebrarlo con mostre e premi, Givenchy viveva nella sua tenuta di Le Jonchet, in un castello del Seicento.