La Fabbrica Italiana Contadina, mega store targato Oscar Farinetti e inaugurato lo scorso 15 novembre da Paolo Gentiloni, promette di diventare un concentrato delle tradizioni culinarie italiane. La Fabbrica produce eccellenze e promette di tramandare cultura, attraverso le numerose iniziative, aule e giostre didattiche. Fico vuole essere la vetrina permanente della biodiversità e della filiera agroalimentare italiana e racconta al Mondo l’eccellenza enogastronomica italiana in un unico luogo.
Battendo il progetto francese che avrà sede a Lione, Farinetti realizza quello che ad oggi è il più grande parco agroalimentare del Mondo con 100.000 mq. Si coltiva, si produce ed è è possibile conoscere le filiere delle eccellenze enogastronomiche attraverso ben 40 fabbriche. 9000 mq dedicati alla vendita ed oltre 40 punti di ristoro. Oltre 2000 le aziende rappresentate e 3000 i posti di lavoro creati.
Eventi, coltivazioni, animali, aule didattiche e giostre: il tutto alimentato dal più grande impianto fotovoltaico d’Europa (44.000 pannelli solari).
Il progetto è ambizioso e punta a raggiungere i 6 milioni di visitatori l’anno di cui almeno 500.000 bambini, e 500.000 visitatori professionali. All’apertura sono stati contati ben centomila visitatori in cinque giorni e un weekend da record. Numeri che lasciano intendere che l’obiettivo di visitatori annuale non è irraggiungibile. Vicinissimo alla stazione di Bologna (collegato con navette ogni 15 minuti), aperto tutti i giorni fino a mezzanotte, ingresso gratuito, Fico è un posto dove si mangia (cucina regionale e street food), si comprano prodotti tipici italiani (dal formaggio al panettone) e si impara come nasce il cibo italiano.
Si parte dall’inizio, dalle materie prime arrivando gradualmente e consapevolmente alla trasformazione a tavola. Previsti ben 30 eventi e 50 corsi al giorno tra aule, teatro e spazi didattici.
C’è persino una tartufaia in cui si mostra come i cani scovano la trifola e dove si può portare il proprio cane per un addestramento. C‘è il Consorzio Parmigiano Reggiano con l’adesione di 80 caseifici,la pasta, il riso, il gelato, i vini, le birre, le torrefazioni. Eccellenze artigianali ma anche grandi marchi.
Ma Oscar Farinetti non è l’unico protagonista di questa avventura gastronomica. I promotori sono Comune e Camera di commercio di Bologna, Regione Emilia Romagna, imprenditori pubblici e privati, che hanno investito per dare nuova vita allo spazio in cui sorgeva il Centro agroalimentare di Bologna (Caab), nato negli anni Novanta ma progettato negli anni Settanta seguendo una strada ecologica. L’architetto ferrarese Thomas Bartoli ha rimesso a nuovo la struttura, salvando anche un pezzo del vecchio mercato, che non chiuderà del tutto. Pur mantenendo la vecchia architettura industriale, Bartoli è riuscito a creare una un luogo in cui l’atmosfera “contadina” è visibile; creando un continuum tra l’interno e i campi. Il suo progetto a “cemento zero” ha permesso di recuperare circa due ettari aumentando la superficie verde. Questa nuova mentalità è comprovata non solo dall’enorme impianto fotovoltaico ma anche dalla presenza di un parco bici (tutte dotate di cestino per la spesa).
Sappiate comunque che, se vi doveste lasciar prendere la mano e gli acquisti dovessero rivelarsi troppo ingombranti, dopo le casse c’è un ufficio postale che spedisce tutto direttamente a casa vostra.
Molti l’hanno definita la Disneyland del cibo: qualunque cosa sia, al netto di molte critiche, anche corrette, dobbiamo ammettere alla FICO si trovano specialità poco note all’estero, uniche al mondo e si impara a fare i veri tortellini emiliani. Non fosse altro che per questo, una visita vale comunque la pena farla!